Ma come vorrei avere i tuoi occhi,
spalancati sul mondo come carte assorbenti
e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi o pentimenti,
ma come vorrei avere da guardare ancora tutto come i libri da sfogliare e avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare...
Culodritto, che vai via sicura, trasformando dal vivo cromosomi corsari di longobardi,
di celti e romani dell' antica pianura, di montanari,
reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi, di sospetto e di fede nel mondo curioso dei grandi,
anche se non avrai le mie risse terrose di campi, cortile e di strade
e non saprai che sapore ha il sapore dell' uva rubato a un filare,
presto ti accorgerai com'è facile farsi un' inutile software di scienza e vedrai che confuso problema è adoprare la propria esperienza...
Culodritto, cosa vuoi che ti dica?
Solo che costa sempre fatica e che il vivere è sempre quello, ma è storia antica,
Culodritto...
dammi ancora la mano, anche se quello stringerla è solo un pretesto per sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato o mi ha mai chiesto;
vola, vola tu, dov' io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare e dove è ancora tutto, o quasi tutto...
vola, vola tu, dov' io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare...
(Francesco Guccini_ Culodritto)
Son tornata da qualche giorno (riparto presto comunque) ma non ho ancora scritto nulla...
ho vissuto tre settimane molto particolare e il ritorno alla quotidianità è quanto mai traumatico...
anzi è un ritorno pieno di vergogna...
vergogna per il confronto tra la mia vita e quella del bimbo della foto...
vergogna per la mia incapacità di essere felice
vergogna per la mia cecità
vergogna per i miei simili...
Sono stata una settimana a Sisak, un campo profughi di rom e serbi in Croazia
abbiamo fatto animazione ai bambini del campo..
un'esperienza unica
bellissima e terribile allo stesso tempo
Ci sarebbero mille cose da raccontare e mille foto da vedere...
alcune immagini e alcuni ricordi li trovate sul mio Fotoblog
Mi sono letteralmente innamorata di questi bimbi soprattutto di Pecho, Sabina, Miroliou e Antonio (i più piccini), ma anche della semplicità e della grande dignità della gente del campo.
Delle rughe piene di anni e ricordi degli anziani,
delle mani callose dei padri,
dei sorrisi di questi bimbi,
della fiducia delle madri che con un solo sguardo eloquente ti affidavano ciò che hanno di più prezioso.. i loro bimbi.
Mi hanno invaso mille pensieri
inizialmente lo sconforto per non riuscire a rapportarmi con i bimbi, le difficoltà della lingua, le barriere fisiche... il fastidio del contatto con la loro puzza e il loro sporco...
quindi la vergogna per la mia incapacità...
poi piano piano, aiutata dal loro affetto e dagli scherzi dei ragazzini più grandi (e dai gavettoni che abbiamo fatto per lavarli) sono riuscita a superare le barriere
e da allora ho passato la settimana con almeno un bambino in braccio e uno affianco che diceva "vrteme" (cioè prendimi su e fammi girare)
fino all'ultimo, fino all'estremo dolore della partenza...
con Sabina in braccio...
vedere il suo sorriso durante le giravolte mi ha gettata in un mare di lacrime...
le sue piccole braccine intorno al collo... mi serravano la gola
volevo portarla con me
non sopportavo l'idea di doverla lasciare lì
mi chiedevo e mi chiedo tutt'ora cosa stia facendo
se ci sia qualcuno a coccolarla, a metterle le scarpine, a giocare con lei, a farla sognare...
Che futuro avrà?
Io confido nei ragazzi del campo in Daniel e in Stanoja
in quelli come loro che si affacciano alla vita, in fondo, con una marcia in più...
i ragazzi della ricostruzione e i ragazzi della pace, mi piace pensarli così...
forse grazie a loro Sabina, Pecho, Miroliou, Antonio e tanti altri riusciranno ad avere un futuro...
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