sabato, dicembre 30, 2006
posted by Noek at 16:23

Vi ho già presentato a spizzichi e bocconi la mia seconda famiglia...
forse in un centinaio di post riuscirò a raccontarvi qualcuno dei mille ricordi che ho impressi in me...



















E pensare che l'anno scorso la vivevo in maniera completamente diversa...
(eh lo so sono una persona lunatica e influenzabile a volte)
scazzi, fastidio, pochissima voglia.. ho resistito con le unghie e i denti fino al campo
e lì la svolta (volo a parte)...
mi è tornata la malattia e stavolta mi sa che sarà dura a morire

la malattia e l'innamoramento per la vita di comunità, per questa comunità, per il sentirsi dipendenti dagli altri e così legati da essere liberi di dirsi ciò che si pensa...
sono innamorata delle giornate passate insieme, della semplicità delle parole e degli scherzi, del bagaglio di ricordi che abbiamo in comune, della condivisione di tutto dei momenti più belli e dei momenti più brutti...
Ognuno ha visto il meglio e il peggio dell'altro... e lo accetta così come è...
ne apprezza i cambiamenti...

tornando dopo mesi ho visto i cambaimenti e ne sono stata orgogliosa
e mi sono sentita sempre a casa....
perchè in fondo loro (famiglia e qualche amico a parte) sono ciò che più mi lega a Genova...
ecco perchè ho pensato in questi giorni che la mia vita senza di loro sarebbe più vuota e che mi vedrei molto bene tra qualche anno in comunità capi....

perchè questo è il cammino più bello che io abbia mai fatto e voglio continuare a camminare...

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martedì, dicembre 26, 2006
posted by Noek at 10:39
















Uno scarabocchio su un foglio... sì funziona...
è come fare "uno due tre prova" in un microfono... Di nuovo con la penna in mano, di nuovo in crisi



Il vento,
il vento era intorno a lei....
quanto le era mancato quel vento, che le muove i capelli, si insinua sotto i vestiti, ulula tra i palazzi alti... le tiene compagnia...
Il vento che sa essere forte, violento, ma anche così dolce...
Dolce.....
Dio quanto era bello lui!
così bello da star male, da mettere in imbarazzo....
No non pensarci, no non lo scrivere, potrebbe diventare reale....
No, non stai pensando a lui

Lì era di nuovo lì, al punto di partenza... dove tutto era iniziato,
con un viso in testa, un suono, dolce suono nelle orecchie, un fremito speciale, un profumo prepotente... il brivido di un tocco sulla pelle e le labbra secche...
Lì di nuovo su un balcone a farsi domende, seduta sullo stesso marmo,
una sigaretta tra le dita e le gambe distese contro la ringhiera....
le stelle sulla sua testa brillavano un po' irreali.

La sigaretta piano piano si fa fumare dal vento e i pensieri affollano la sua mente.
Pensava di esserci riuscita, cambiata, colpo di spugna...
Non era lei che diceva di essere più forte?
Una roccia
ecco come si sentiva quando era tornata
Una dea
quando lui l'aveva baciata
lì tra le sue braccia...
E ora?
Uno straccio.... il solito straccio.

Ma che cazzo scrivi?
Non sei nemmeno più capace a scrivere senza essere così melensa e autobiografica...
Al diavolo... aldiavolo chi la giudica...
Rientra nella stanzetta, no non la sua... quella "degli ospiti",
le sue cose in scatole di cartone, i vestiti buttati ala rinfusa su due sedie, le valigie in terra....
Un campo minato di stoffa, carta e metallo... Un buco....
Sente le pareti restringersi, lo spazio diminuire....
aria, aria... soffoca...
E' questa cazzo di città?
o è questa vita che la soffoca?

I giochi sono sempre quelli... cosa ho fatto di così speciale?
Non è rimasto tutto uguale?

Ha visto cosa sarebbe potuta diventare qui,
lì in quel piccolo centro sociale... lì ci sarebbe potuta essere lei.. se non fosse partita
lì con loro, quelli che un tempo popolavano i suoi sogni...
Non sarebbe stato meglio così?

Non aveva risposte,
le cercava...con ansia e angoscia..
annaspava in un mare di risposte poco plausibili.

Ma in quel piccolo centro sociale era riuscita e entrarci solo ora proprio perchè era partita e tornata, perchè aveva imparato a mettere da parte la faccia, la vergogna, la dignità e aveva aperto gli occhi...
Senza giudizi, solo con la voglia di vivere e sentirsi viva in mezzo agli altri, con gli altri...
ecco perchè era più forte...
Viveva in una vita reale
aveva progetti, impegni che si sarebbero presto concretizzati,
persone intorno, più o meno vicine,
con le loro stronzate e i loro casini... ma comunque lì...
Doveva solo continuare...

La coperta morbida e questo pensiero rassicurante le fecero chiudere gli occhi... le gambe pesanti....
quella giornata di merda era finita.... finalmente


la foto è _Uninvited_ di NuageDeNuit

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domenica, dicembre 24, 2006
posted by Noek at 00:22




















Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme.



Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità, tutto è vanità.

Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno
per cui fatica sotto il sole?

Una generazione va, una generazione viene
ma la terra resta sempre la stessa.




Il sole sorge e il sole tramonta,
si affretta verso il luogo da dove risorgerà.

Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;
gira e rigira
e sopra i suoi giri il vento ritorna.

Tutti i fiumi vanno al mare,
eppure il mare non è mai pieno:
raggiunta la loro mèta,
i fiumi riprendono la loro marcia.

Tutte le cose sono in travaglio
e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
Non si sazia l'occhio di guardare
né mai l'orecchio è sazio di udire.

Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c'è niente di nuovo sotto il sole.

C'è forse qualcosa di cui si possa dire:
"Guarda, questa è una novità"?
Proprio questa è già stata nei secoli
che ci hanno preceduto

Non resta più ricordo degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso coloro che verranno in seguito.



Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.

Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.

Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.

Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.

Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.

Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.

Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.




e io aggiungerei:
un tempo per partire e un tempo per tornare
un tempo per perdere e un tempo per ritrovare

un tempo per cercare la novità altrove e un tempo per trovarla in casa propria
un tempo per piangere per sè e uno per piangere per gli altri

un tempo per sognare e un tempo per vivere
(anche perchè a volte i sogni si realizzano)
























ps: Non do mai consigli... mi sembra di fare spot pubblicitari
ma stasera ho visto uno spettacolo che merita davvero di essere consigliato....
uno spettacolo che ridere e piangere, applaudire e pensare, uno spettacolo che è un grido, vuol essere un inno alla vita e all'amore per l'uomo, oltre ogni divisione.
(e posso vantarmi di aver avuto tre dei quattro protagonisti sul mio palco...)
Esistenza soffio che ha fame

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martedì, dicembre 19, 2006
posted by Noek at 18:13











Solo tre semplici parole?














Oggi mi sono state dette da una persona molto speciale e mi hanno letteralmente fulminata...
mi hanno dato un'euforia, un calore, una gioia inesprimibile...
anche perchè stavo per dirgliele io stessa...

E sono stata contenta di tante cose... della vita, di questa persona, ma soprattutto di me...
di essere finalmente in grado di apprezzare appieno queste parole, senza troppe paure, elucubrazioni (a parte quelle che sto scrivendo) e senza imbarazzo....

Oggi la giornata è stata più luminosa del solito.....
strano, era nuvolo...






le foto sono Alleria di niko.chan
e .. di -Antoine-

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lunedì, dicembre 18, 2006
posted by Noek at 10:24



















E in quest'aria di preparativi non poteva mancare un post natalizio


Non starò a tediarvi su renne, cori natalizi o simili
ma nemmeno (altrettanto banalmente) sull'orrore della maledetta "festa comandata e consumistica"
la mia riflessione vorrebbe andare oltre...

sì perchè nonostante la frenesia della nostra società consumistica, io sento ancora la magia di una festa come il Natale... perchè?

Perchè è un'occaziosione
un'occasione per fermarsi a pensare
ci sono le feste, fuori fa freddo, si sta bene rintanati a casuccia con chi si vuole bene
e si riflette...
si pensa alle persone che non si sentono da tempo e.... (occasione speciale durante l'anno) magari si decide di far loro una piccola sorpresa....

Ma perchè non farla in un altro momento?
si ha bisogno di una festa comandata per farlo?
sì..
perchè... perchè ha un altro significato
più lieve e meno imbarazzante magari... significa solo "auguri... ti ho pensato e mi faceva piacere dirti che ti voglio bene"....

è un'occasione per risolvere o tendere la mano per riappacificarsi...
ma non perchè a natale si è tutti più buoni, semplicemente perchè è più facile...
e non vedo nulla di negativo in ciò...

Mi fanno sorridere quelli che fanno i duri o i polemici sul natale
quelli che appunto dicono di non aver bisogno di occasioni per fare regali o sorprese...

mi ricordano una persona che, dopo un po', con questa scusa poi finiva per non farmi regali o sorprese...
non ho mai detto gran che a riguardo, forse per paura di sembrare una "bimba" capricciosa, ma ci ho sempre patito un sacco...

sono solo una consumista malata o come tutti ho solo bisogno di un po' di magia?

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mercoledì, dicembre 13, 2006
posted by Noek at 11:42



L'Italia è un paese che esulta perchè un uomo di 86 anni torna in televisione

Frase detta ieri in un convengo sulla comunicazione, internet, le sue possibilità e la generazione tra i 20 e i 30 anni in Italia, presenti anche gli autori di "Generazione 1000 euro"


La frase in grassetto mi ha fatto riflettere un po'..
io ero e sono tra quelli che esultano per il ritorno di Biagi in televisione,
ma ci ho ripensato un po' e ho capito che non esulto tanto per il piacere di riaverlo in rai quanto per una sorta di rivincita, di rivalsa...
il mio senso di giustizia è quasi appagato (mancano solo luttazzi e la guzzanti, gli esiliati che preferisco)

ma è davvero giusto ancorarsi e fossilizzarsi su delle icone?
non c'è davvero altro?


so che il blog non è un forum, ma la domanda non è rivolta tanto ad altri quanto a me stessa...
e non riesco a cavar fuori una risposta che mi soddifi...
forse i miei neuroni sono stati annientati dal troppo studio, stress, impegni e pensieri...
quindi senza alcun riguardi lascio la domanda sospesa...






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lunedì, dicembre 11, 2006
posted by Noek at 11:00
















photo bambù originally uploaded by loungerie


Sono successe tante cose in questi giorni...

un weekend di visita di un amico e tre giorni di visita dei miei genitori (che bello non lavare i piatti per tre giorni però.... piccoli attentati alla mia autonomia)

un matrimonio (non il mio)

una telefonata (molto gradita)

un furto (del mio portafoglio...) con abbordaggio di carabiniere annesso

una settimana di devasto dal mercoledì al mercoledì

una festa di facoltà

l'apertura del cineclub domestico

tentativi di inzio studio

decisione di diventare domatrice di lup(etti)

il mio possibile ingresso in un'emittente locale (radio fujico)

una serata al cassero (locale dell'arcigay)

la scoperta della lavanderia sotto casa

un maldestro cambio di colore di capelli

il mio primo (e forse ultimo) 28!!!!

e boh..... mille altre cose che ho fatto al di fuori della mia consapevolezza.....




ps: giuro che domani con più calma carico nuove foto e scrivo un post decente

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lunedì, dicembre 04, 2006
posted by Noek at 14:10

La vita è un po' come la montagna
ci sono salite, discese, pianori e strapiombi
c'è il momento della fatica e quello del riposo e della soddisfazione
ma soprattutto c'è il momento della riflessione....
quando arranchi e cadi, o senti la fatica paralizzarti le gambe, o quando arrivato in cima rimiri la straordinaria bellezza intorno a te e respiri a pieni polmoni...
quello è il momento in cui il cuore e la mente si aprono del tutto....


photo seeds [of life]
originally uploaded by Ravi Vora

















Ma la riflessione può esserci anche in un bilocale semi interrato....
In una delle pause di questo cammino così duro,
in una di quelle pause in cui finalmente si può riporre l'orgoglio e ragionare a mente lucida....

Sento persone che mi dicono, quando torno a Genova, "oh è così tanto che non ci sentiamo, raccontami tutto"...
ecco... mi cascano le braccia...
penso a chi si fa sentire da quando mi sono trasferita.... pochi
alcuni ne ero certa, altri mi hanno sorpreso...
ma comunque pochi... stanno sulle dita di una mano...
qualcuno mi ha sorpreso al contrario.. sparendo e non facendosi sentire...
sorge spontaneo un dubbio...
ma che succede? chi sono e chi erano queste persone?
amici? o piuttosto conoscenti?

in una situazione di ricerca di stabilità e di punti di riferimento e piuttosto sorprendente fermarsi a riflettere su questo...
immagino che alcune delle persone che sono sparite in realtà non aspettassero altro (:P) o comunque che non gli interessasse molto la mia persona...
ma gli altri?
abitudine e routine...
catene difficili da spezzare, una persona distante viene rimossa dalla propria quotidianità e quindi quasi dimenticata...
è brutto e triste ma è così....
se io mi faccio sentire con qualcuno, questa persona a sua volta tende a farsi sentire per una settimana magari anche ogni due giorni... ma piano piano la cosa sfuma e si dissolve...

Ho fatto un calcolo, per mantenere i contatti con le persone dovrei fare circa una decina di telefonate ogni giorno a persone diverse con rotazione ogni due o tre giorni.... impossibile, io sono una...( e son pure senza telefono fisso)

Non so dove voglio arrivare con questo post... boh
in realtà questa è una discussione che abbiam fatto io e eleonora alle sei del mattino...
tutte e due in una città nuova, da sole... con gli amici che spariscono e tante persone che compaiono sulla scena...
non è molto incoraggiante per stringere nuovi rapporti...
o forse è solo giusto essere consapevoli di essere circondate in realtà solo da conoscenti, per poter valorizzare e ricercare quei pochi amici veri..
Non lo so..
questo discorso mi mette malinconia ma mi fa capire quanto posso essere forte e determinata...
sennò non sarei qui e non continuerei a starci anche con la voglia e l'entusiasmo di scoprire nuove persone...
e poi quel che verrà verrà...



ps: post scritto dopo una settimana di bagordi iniziata mercoledì e dopo una notte quasi in bianco...

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venerdì, dicembre 01, 2006
posted by Noek at 11:31

La canzone è una penna e un foglio così fragili fra queste dita,
è quel che non è, è l’erba voglio, ma può esser complessa come la vita.
La canzone è una vaga farfalla che vola via nell’aria leggera,
una macchia azzurra, una rosa gialla, un respiro di vento la sera,

una lucciola accesa in un prato, un sospiro fatto di niente,
ma qualche volta, se ti ha afferrato, ti rimane per sempre in mente
e la scrive gente quasi normale, ma con l’anima come un bambino
che ogni tanto si mette le ali e con le parole gioca a rimpiattino...


La canzone è una stella filante che qualche volta diventa cometa,
una meteora di fuoco bruciante però impalpabile come la seta,
la canzone può aprirti il cuore con la ragione o col sentimento,
fatta di pane, vino, sudore, lungo una vita, lungo un momento.

Si può cantare a voce sguaiata quando sei in branco per allegria
o la sussurri appena accennata se ti circonda la malinconia
e ti ricorda quel canto muto la donna che ha fatto innamorare
le vite che tu non hai vissuto e quella che tu vuoi dimenticare...


La canzone è una scatola magica spesso riempita di cose futili,
ma se la intessi d’ironia tragica ti spazza via i ritornelli inutili,
è un manifesto che puoi riempire con cose e facce da raccontare,
esili vite da rivestire e storie minime da ripagare

fatta con sette note essenziali e quattro accordi cuciti in croce
sopra chitarre più che normali ed una voce che non è voce,
ma con carambola lessicale può essere un prisma di rifrazione,
cristallo e pietra filosofale svettante in aria come un falcone....


Perché può nascere da un male oscuro che è difficile diagnosticare
fra il passato appesa e il futuro, lì presente e pronta a scappare
e la canzone diventa un sasso, lama, martello, una polveriera
che a volte morde e colpisce basso e a volte sventola come bandiera.

La urli allora un giorno di rabbia, la getti in faccia a chi non ti piace:
un grimaldello che apre ogni gabbia pronta ad irridere chi canta e tace.
Però alla fine è fatta di fumo, veste la stoffa delle illusioni,
nebbie, ricordi, pena, profumo: son tutto questo le mie canzoni...
(Francesco Guccini "Una canzone")



Chissà che impressione può dare stare a sessanta e passa anni
lì su un palco, di fronte a un pubblico di coetanei, figli e nipoti....


Di certo so cosa si prova a stare sotto il palco, tra quella folla...
Tutti seduti e in ordine per due ore.... a farsi travolgere dalle melodia, ma sopratttutto dalle parole intessute...
piccole gemme o giochi che si rincorrono
ma che piano piano raccontano storie, provocano emozioni e ricordi....

Ogni tanto mi dimentico la bellezza di un live...
ma soprattutto di un live di Guccini...

vecchio?
paroliere sbruffone?

forse...
ma non troppo...

nelle sue canzoni (e in quelle di alcuni suoi "coetanei") c'è qualcosa di più,
non solo c'è la mia vita (visto che sono cresciuta a pane e Guccini)
ma anche una freschezza genuina... sono parole vere...
cioè parole sentite, a volte strani accostamenti, a volte accostamenti troppo usuali...
ma rispetto a molta della musica italiana contemporanea "di successo"...
beh non c'è paragone...


sono canzoni che sanno di vita, di terra, di pietre, case, città, sogni, illusioni, pensieri, sentimenti....
tante canzoni di oggi invece sanno solo di plastica...

ecco perchè ai suoi concerti ci sono tutti.... dal nonno al nipote...
e tutti scattano in piedi a Cirano, Dio è morto, Noi non ci saremo, La locomotiva... chiedendo a squarciagola inutilmente l'Avvelenata...

Salti, mani, simboli, pugni chiusi....
ma soprattutto menti, orecchie e cuori aperti a cogliere le vibrazioni che partono da quel palco... pronti a portarsele dentro fino a casa...







photo: smile
originally uploaded by
*Aemaeth*










Ieri sera al concerto mi sono fatta trascianre da alcune delle mie conzoni preferite (l'isola non trovata, canzone per la bambina portoghese, vorrei, lettera...)
ma una in particolare mi ha commossa
è la canzone che ripercorre una mia storia importante... passo per passo...
e ha un titolo decisamente esplicativo...

Farewell




E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent'anni portati così,
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si sente la voglia di vivere che scoppia un giorno
e non spieghi il perché:
un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.

Giorni lunghi tra ieri e domani, giorni strani,
giorni a chiedersi tutto cos'era, vedersi ogni sera;
ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera là, a passo di danza, salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.

Poi giù al bar dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino,
religione del tirare tardi e aspettare mattino:
e una notte lasciasti portarti via,
solo la nebbia e noi due in sentinella,
la città addormentata non era mai stata così tanto bella.

Era facile vivere allora, ogni ora, chitarre e lampi di storie fugaci,
di amori rapaci,
e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell'epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.

Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava d'avere trovato la chiave segreta del mondo.

Non fu facile volersi bene, restare assieme
e pensare d'avere un domani, restare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "con chi sarà?"
In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un'emozione non piena, non
colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Ma ogni storia la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.

Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.

E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni
impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.

"The Triangle tingles"... farewell, non pensarci e perdonami
se ti ho portato via un poco d'estate con qualcosa di fragile come le
storie passate.

Forse un tempo poteva commuoverti ma ora è inutile credo, perché
ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me.



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