domenica, settembre 17, 2006
posted by Noek at 12:02


_ Il confine sottile tra differenza e indifferenza_
Originally uploaded by NuageDeNuit.


cioè quando tutto sembra scivolarti via dalle dita... e non puoi fermarlo



Io sto qui leggo e ascolto, ma non so come fare, cosa fare e se fare...





Da una parte una persona che ho amato a cui voglio bene, una persona con cui ho preso l'impegno di non sentirsi più.
Nonostante questa decisione non riesco a smettere di leggere ciò che lui scrive e a gettare un'occhiata nella sua vita... e ora, ora ha fatto un passo importante, vorrei dirgli "bravo", vorrei essere lì o dargli un segno, ma è una cosa sua, privata, io non dovrei più esistere per lui, per il suo bene...
Mi sento bloccata e impotente...

Dall'altra mio fratello, il mio fratellone, più grande ma più piccolo e a volte più fragile...
Dopo molto tempo è tornato a confidarsi con me, prima con gioia e soddisfazione per quello che gli accadeva... ora la situazione si è complicata
deve fare delle scelte....
mi parla, mi riversa i suoi pensieri addosso e mi guarda come aspettandosi una risposta, un consiglio, una soluzione...
Ma io questa soluzione non la ho...
e mi detesto per non riuscire a dirgli nulla se non confermare i suoi pensieri...
mi escono solo accenni vaghi, poche considerazioni... ma nessuna soluzione...


E quest'impotenza mi schiaccia così tanto da farmi desiderare la fuga...
non voglio più ascoltare, non voglio sentirmi in dovere di dargli una soluzione, anzi... La Soluzione...
E in questi momenti mi faccio proprio schifo...

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4 Comments:


At 17 settembre, 2006 15:09, Blogger FATAVIOLA

NON SEMPRE IL NOSTRO COMPITO è QUELLO DI DARE UNA SOLUZIONE. SPESSO è QUELLO DI SOSTENERE E DIMOSTRARSI IN OGNI CASO PRESENTI.
SENTIRSI IMPOTENTI è UNA MERDA ,MA LO è MENO SE LO AMMETTI E LO ACCETTI.SEI GIà SULLA BUONA STRADA!=) BACIO

 

At 17 settembre, 2006 21:24, Blogger artemisia

È abbastanza strano per me leggere questo post proprio stasera. Per una serie di circostanze ho provato anch'io oggi questa sensazione di impotenza. Molto forte. Poi però ho pensato questo: il fatto che qualcuno scelga di condividere con te la propria pena è un segno d'amore.

Nel tuo caso, la prima persona non sceglie di condividere. Sei tu che gli vuoi ancora bene e non riesci a smettere di essere parte della sua vita...ma perchè dovresti? Perchè non puoi dirgli "bravo" se ne senti il bisogno?
Nel caso di tuo fratello, se lui si confida con te non è perchè veramente creda che tu debba servirgli la Soluzione. È perchè vuole che tu gli dica "comunque sceglierai, qualunque cosa farai, io ti vorrò sempre bene e sarò sempre qui ad ascoltarti." Questo vuole.

E mi accorgo che confidandomi con te forse ho anche dato delle risposte a me stessa.

 

At 17 settembre, 2006 23:29, Blogger Noek

@fataviola: che bello vederti commentare... hai ragione.. garzie.. bacio

@artemisia: le coincidenze :) (ma lo saranno poi?)
mi hai dato una bella spinta...
grazie...
son contenta che il post ti abbia aiutato a pensarci su (e ritorniamo al discorso fatto con henry e dottor k del capirsi attraverso l'altro)

 

At 25 settembre, 2006 20:21, Anonymous Anonimo

mi associo a fataviola, nesssuno ha il dovere di dare soluzioni, si può dare qualche consiglio, ma non implica che questo debba essere la cosa giusta.