lunedì, marzo 20, 2006
posted by Noek at 18:48

Oggi è una di quelle giornate in cui ogni cosa diventa spunto di riflessione, basta un gesto, una parola, un incontro per scatenare un flusso di pensieri ininterrotto.


Ero al semaforo, affianco a me c'era una donna tra i 35 e i 40 anni.
A un certo punto mi chiede dove ho preso lo zainetto, perchè le piaceva molto etc etc, io tra l'assonnato e lo stupito le rispondo con un po' di imbarazzo, le spiego dove è il negozio e commento che sì lo zaino è molto comodo, resistente etc etc.
Mi ringrazia, saluta e, dopo aver attraversato, saliamo su due marciapiedi diversi.....


Camminando penso. Mi chiedo il motivo di così tanto imbarazzo da parte mia....
Non credo di essere l'unica, ma come le persone sono così distanti l'uno dall'altro?
Come mai ci comportiamo così?
Cos'è? Paura? Pudore?

E' una sensazione strana, mista di piacere e vergogna, piacere perchè di solito dopo conversazioni così mi rimane il sorriso sulle labbra, vergogna perchè non so come comportarmi.

L'altro giorno per esempio, l'autobus era pienissimo, sono salita nelle porte di mezzo intenzionata poi a scendere e risalire alla prima fermata e un tizio comincia a pontificare sui giovani d'oggi, la maleducazione etc etc, gli rispondo educatamente che non davo fastidio a nessuno e che sarei scesa e risalita senza ostacolare... alla fine lui scende e io risalgo.
Arrivo alla mia fermata e scende con me un ragazzo africano che si volta verso di me e mi dice che sono stata molto educata con quel tizio, che era stato molto stupido e maleducato.
Butto lì una battuta e gli dico che ormai ci sono abituata e non ascolto più cose del genere, anzi quasi mi diverto.... e mi risponde con un espressione bellissima che anche lui ormai c'è abituato a sentirsi insultare....
Beh altra situazione di imbarazzo... non sapevo proprio che dire, lo saluto e di nuovo ognuno sul suo marciapiede....
mi si è allargato davvero il cuore....

Mi viene in mente Crash,
varie immagini del film , ma soprattutto la frase iniziale:
...in genere nelle città c'è contatto, quando si cammina per la strada ci si scontra con le altre persone...qui a Los Angeles invece il contatto fisico non c'è, e il contatto ci manca talmente che ci scontriamo con gli altri per sentirne la presenza...

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6 Comments:


At 20 marzo, 2006 20:07, Blogger PiB

Crash..io ho amato quel film fin dall'inzio

"MOVING AT THE SPEED OF LIFE WE ARE BOUND TO COLLIDE TO EACH OTHER"...

 

At 20 marzo, 2006 22:55, Blogger Noek

veramente io no... mi aveva colpito, ma mi sembrava costruito un po' troppo sulla falsa riga di Magnolia, ora però mi vengono in mente immagini e frasi... avrei persino voglia di rivderlo

 

At 21 marzo, 2006 03:59, Blogger PiB

Costruito? Forse si (lo sono tutti i film no?)...eppure...rivedilo...

 

At 21 marzo, 2006 12:34, Anonymous Anonimo

viviamo tutti nell'indifferenza....
che schifo... wla vita bucolica dell'idillio pastorale... :-P

 

At 21 marzo, 2006 14:42, Blogger Noek

Circa Crash, mi sembrava troppo simile per certi versi a Magnolia (un film ben più geniale), comunque lo rivedrò con piacere appena ne avrò l'occasione

Per quanto riguarda il discorso di valentina, io non voglio dire banalità o simili, non è indifferenza.... è proprio la distanza, la mia è una constatazione senza alcuna implicazione morale o moralistica...
è strano e a volte imbarazzante, ma è così e non credo sia dovuto alla "cattiveria" della gente

 

At 21 marzo, 2006 19:30, Blogger Unknown

Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
(A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, II, 2, cap. 30, 396)