Lo so è un gioco di parole idiota, ma mi è venuto in mente oggi ed è rimasto lì tutto il giorno... comunque ecco in anteprima il mio prossimo articolo (non vi avevo ancora parlato del giornalino scolastico)
Allora abbiamo vinto?
Sì, no, forse?
Che lunga notte,attesa, ansia, trepidazione, delusione tanta tanta tanta.....perchè vogliamo continuare a farci del male? Perchè rivotarlo.....?
Perchè una casalinga piemontese deve chiamare mia nonna e rompere ancora le palle dicendo "speriamo che non vincano i comunisti"....?
Capite?
I comunisti..... macchè signora stia tranquilla, quello che è venuto fuori è un governo stremato ed eletto per un soffio, che non sa ancora con chi dovrà fare i conti al senato, ma che sa che dovrà governare un paese spaccato in due, con una manciata di labili preferenze in più.... Macchè comunisti... magari
Questo era quello che scrivevo Martedì 11 aprile… E ora?
Ora sembra che sia finita, ce l’abbiamo fatta, ci siamo liberati del caimano. Ma ne siamo sicuri?
Secondo me no.
Non ce ne siamo liberati ancora, non solo perché compare spesso in tv o perché ogni giorno ci dispensa una gentile opinione non richiesta.
Anche, ma non solo.
Non ce ne siamo liberati perché è un po’ come un virus che ha infettato l’Italia per anni attraverso ogni mezzo mediatico e non.
Più che il suo faccione (fin troppo conosciuto) è dilagato in Italia il suo pensiero, il suo individualismo, il suo arrivismo sfrenato, la sua falsità (che lo porta a dribblare le accuse tra un “sono stato frainteso” e un “le mie parole sono state travisate dalla stampa comunista”), è dilagato il suo sorriso fotogenico, la sua ossessione per l’immagine, le sue battute fuori luogo, la sua baldanzosa cafonaggine, il suo confondere politica- affari(suoi)- intrattenimento-spettacolo, le sue vuote amicizie, il suo moralismo spicciolo, la sua incoerenza, la sua faccia tosta, il suo menefreghismo nei confronti dei problemi sociali e dello stato, il suo vittimismo facile (spesso usato come arma contro precise accuse), il suo estremo egoismo.
No, il morbo berlusconiano è intorno a noi e ha già attecchito in metà della popolazione italiana, il motto “votare per il proprio interesse” (piuttosto che per quello di tutti e dello stato) è tanto spaventoso quanto attuale.
Quanti personaggi simili a lui vediamo intorno a noi?
Egocentrici, narcisisti, palloni gonfiati, furbi ammanigliati, uomini che si sono fatti da sé, finti proletari; personaggi più che persone, dalla risposta facile e la faccia tosta, con la bocca piena di promesse miracolose, di parole vuote e di sentenze; uomini che sfoggiano una cultura raffazzonata fatta di citazioni, attaccata con gli spilli (come l’orlo provvisorio di un vestito) uomini-immagine, sempre al centro dell’attenzione, pronti a rilasciare interviste e a fare scandalo, eterni opinionisti e falsi protagonisti.
Tanti, troppi, su ogni fronte o schieramento.Ecco i batteri di Berlusconi.
E’ contro questo che dobbiamo combattere per salvare l’Italia.
Dobbiamo risanare il nostro paese vittima di un potente e continuo lavaggio del cervello; dobbiamo, senza falsi moralismi, riportare al centro i valori fondamentali della nostra costituzione, l’interesse comune, l’attenzione alla nostra società e l’amore per il nostro paese, non come ideali astratti, ma come punti di partenza per l’espressione del sentimento più genuino dell’uomo:la solidarietà.
E’ questo che dovrebbe stare alla base della politica, ma prima ancora della vita di ogni giorno.
Dobbiamo purificarci e disintossicarci da ogni forma di spettacolarizzazione della politica, come dice Michele Serra “tornare ad annoiarci per ricominciare a pensare”.
E’ bello vedere il nostro nuovo (mica tanto) presidente andare a comprare i giornali in camicia e maglione, senza ostentazione di una falsa sobrietà, senza essere volutamente “casual”… così con normale semplicità.
E’ di immagini così che sento di aver bisogno, sono queste le immagini che possono contribuire a curare il nostro paese.
Dobbiamo rispondere alla superficialità della cultura dell’immagine con i contenuti, con la cultura vera, che non è solo quella che ci viene propinata a scuola, ma è la curiosità, la curiosità e la vivacità, la volontà di conoscere, di sapere, di rielaborare e di creare.
Sì penso che si possa stendere un nuovo programma… al posto delle tre I. ecco le tre C…..
(che non sono né comunista, né coglione)
Cultura, Curiosità e Creatività
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