mercoledì, novembre 14, 2007
posted by Noek at 10:34

Figlio chi t'insegnerà le stelle
se da questa nave non potrai vederle?
Chi t'indicherà le luci dalla riva?
Figlio, quante volte non si arriva!
Chi t'insegnerà a guardare il cielo fino a rimanere senza respiro?
A guardare un quadro per ore e ore fino a avere i brividi dentro il cuore?
Che al di là del torto e la ragione contano soltanto le persone?
Che non basta premere un bottone per un'emozione?
Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
soffocato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
figlio della noia e lo sbadiglio,
disperato figlio, figlio, figlio.

Figlio chi si è preso il tuo domani?
Quelli che hanno il mondo nelle mani.
Figlio, chi ha cambiato il tuo sorriso?
Quelli che oggi vanno in paradiso.
Chi ti ha messo questo freddo nel cuore?
Una madre col suo poco amore.
Chi l'ha mantenuto questo freddo in cuore?
Una madre col suo troppo amore.
Figlio, chi ti ha tolto il sentimento?
Non so di che parli, non lo sento.
Cosa sta passando per la tua mente?
Che non credo a niente.

Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
spaventato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
figlio della noia e lo sbadiglio,
disperato figlio, figlio, figlio.

Figlio, qui la notte è molto scura,
non sei mica il primo ad aver paura;
non sei mica il solo a nuotare sotto
tutte due ci abbiamo il culo rotto:
non ci sono regole molto chiare,
tiro quasi sempre ad indovinare;
figlio, questo nodo ci lega al mondo:
devo dirti no e tu andarmi contro, tu che hai l'infinito nella mano
io che rendo nobile il primo piano;
figlio so che devi colpirmi a morte e colpire forte.

Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
calpestato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
figlio della noia e lo sbadiglio,
adorato figlio, figlio, figlio.

Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
Dimmi cosa, dimmi cosa ne sarà di me?
(Roberto Vecchioni)




Lo so ho sbagliato, mea culpa...
L'ho fatto....
ho guardato porta a porta, la puntata sui ventenni...
Non ho saputo resistere, volevo sapere cosa avrebbero detto...
parlavano di noi ventenni? poco
soprattutto del delitto di Perugia (lasciamo perdere)
A parte l'insopportabile ottuso Vespa, l'onnipresente Crepet, una sequela di personaggi inquietanti (che davano tutta la colpa alle canne), i giovani in studio che definirli ipocriti è poco, i filmati rivoltanti... aparte tutto ciò qualcosa di buono ne è uscito...
un po' tramite le parole del rettore dell'università di Perugia, un po' da una discussione con Simona, un po' dalla canzone che ho scritto qui sopra.

E' così strano ascoltare una canzone scritta da un 50enne (nel 2002) e ritrovarcisi così... la cosa strana è che io mi rispecchio in quelle parole ma non dalla parte del figlio, da quella del padre...
esatto
e mi rivolgo un po' ai miei coetanei, un po' ai sedicenni... e un po' a me stessa...
ma perchè questa lucidità?

credo che le cose sis tiano davvero accelerando...
ccredo a che vent'anni non sia più tutto intero come diceva Guccini, a vent'anni non è tutto chi lo sa....
di cose ne sappiamo, abbiamo mille informazioni, mille esperienze possibili... il problema è orientarsi, a volte ci perdiamo, a volte affoghiamo, a volte per paura non scegliamo nulla...
Ecco cosa contraddistingue la nostra generazione, non solo la noia, l'apatia o la mancanza di chissà quali valori: la paura... l'insicurezza...

Non abbiamo grandi speranze,
siamo abbastanza pessimisti,
quando abbiamo una speranza sappiamo che le difficoltà saranno enormi
siamo coscienti di come funziona il mondo
quel mondo che ci ha cresciuti come dei materialisti disillusi...


è triste sì

ogni atto che ci possa avvicinare a qualcosa di più spirituale, emozionale, culturale... tutto è misurato a seconda della sua utilità nel raggiungere uno scopo pratico...
non appreziamo praticamente nulla di stupendamente effimero e completamente inutile...

anche il nostro divertimento è malato
non per l'alcool o le droghe (non solo)...
ma perchè è un must
un obbligo
DEVI DIVERTIRTI
sennò hai qualcosa che non va, che vita schifosa...
hai passato tutta la settimana a casa?
sei malato?
(lasciamo perdere che la maggior parte delle volte manco ci si diverte così tanto)

Siamo ancorati a un presente materialista o a un futuro prossimo individuale...
le speranze, i sogni...
l'essere "stupidi davvero"
volati via
spazzati da un mondo che ci parla di disoccupazione, pensione irraggiungibile, crisi, collasso ambientale....
siamo merci
che stanno imparando a vendersi sul mercato....
chi ci vuol comprare?
non costiamo molto...
ormai siamo vecchi









Etichette: , ,

 
1 Comments:


At 16 novembre, 2007 21:31, Anonymous Anonimo

io mi ci riconosco abbastanza, purtroppo, in questa descrizione.
però un'idea precisa, su quello che siamo, noi ventenni, al di là degli stereotipi dei media, non me la sono riuscita a fare.
saà che quando ci sei dentro è più difficile.
poi, dopotutto, non so dire se i ventenni in genere abbiano davvero qualcosa che non va.
mmh...